lunedì 2 novembre 2015

2015 - GIORNATA STUDIO

GIORNATA STUDIO
Prendiamoci Cura:
Relazione d’aiuto e soggettività dell’operatore nel lavoro con i minori.

Dove: Centro Polivalente per Anziani - c.da Popoleto , Alberobello

Quando: 25 novembre 2015
Orario: 8.30-13.30

tema della giornata :
Il lavoro nelle situazioni problematiche che coinvolgono minori ha caratteristiche di delicatezza e di faticoso impegno spesso trascurate, sia sul versante istituzionale sia dallo stesso operatore, a differenza di quanto accade per altri settori come la psichiatria, le tossicodipendenze, le carceri, in cui i fattori stressanti sembrano più evidenti e sono ufficialmente considerati.
In realtà, il contatto con minori trascurati o maltrattati, o con gli adolescenti difficili che quegli stessi bambini sono poi diventati, espone gli operatori a forti risonanze con il proprio universo affettivo, attuale e remoto.
Il gioco di identificazioni e proiezioni profonde che si attivano nella relazione con quei bambini e le loro famiglie –persino in figure professionali più distanti come poliziotti o magistrati, o in chi semplicemente ne parla, come i giornalisti e gli studiosi – resta spesso poco conosciuto e ancor meno trattato, costituendo fonte costante di stress nell’operatore, o fattore del suo burn-out.
Il seminario si propone di stimolare una riflessione sulla necessità di considerare la consapevolezza di sé e del proprio funzionamento (e la corretta “manutenzione” che ciò comporta) come elemento essenziale della propria professionalità, anche ai fini della prevenzione dei fenomeni di burn-out così comuni tra gli operatori del settore.

Relatore:
dott. Giuseppe Vinci Psicologo Psicoterapeuta Didatta del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale – Roma,-Co-responsabile della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia “Change” – Bari

martedì 27 ottobre 2015

Ricerca Pubblicata da Superabile INAIL

"Ti porterò sopratutto il silenzio e la paziena. Percorreremo insiele le vie che portano all'essenza... Ti salverò da ogni malinconia, perchè sei un essere speciale ed io avrò cura di te" (Battiato - La Cura)

Pensieri ed emozioni che attraversano questa ricerca rompono il silenzio dentro cui spesso si nascondono e che ci auguriamo rumoreggino nelle menti e nei cuori di chi, ad ogni titolo, ha incrociato o incrocierà un essere speciale... Versi di una  Canzone che si intersecano con i pensieri, i sospiri, i dolori, le gioie, le soddisfazioni, i batticure per un figlio e per u fratello speciale...

 

Ricerca Pubblicata da Superabile INAIL

Siblings, il 73% di loro si prenderà cura dei fratelli disabili

La ricerca "Figli ‘unici': essere fratello di un fratello diversamente abile", condotta su 56 famiglie dalla pugliese Cooperativa Solidarietà, indaga sulle emozioni e la qualità della vita percepite da fratelli di ragazzi disabili, spesso poco considerati da studi e indagini
ROMA - Quali emozioni nutre un fratello nei confronti del fratello disabile, e quanto queste emozioni sono riconosciute dai genitori? Si è posta questo domanda la ricerca condotta in Puglia dalla Cooperativa Solidarietà e curata da Antonella Robortaccio, presidente della cooperativa, e da Rossella Perillo, psicologa e psicoterapeuta. L'indagine, dal titolo "Figli ‘unici': essere fratello di un fratello diversamente abile" ha voluto verificare, come spiegano le curatrici, "se, in una famiglia in cui sia presente una situazione di disabilità legata ad un figlio, le capacità empatiche e le competenze emotive dei genitori in relazione al figlio non disabile siano efficaci e adeguate". I "siblings" (termine con cui in letteratura vengono definiti i fratelli di persone disabili) sono considerati solo marginalmente negli studi in tema di disabilità, s'indaga sulla relazione dei genitori con il figlio disabile ma meno spesso si guarda ai fratelli. Proprio per colmare questo gap nasce la ricerca pugliese, condotta su un campione di 56 famiglie pugliesi individuate dalla Cooperativa Solidarietà in quanto i loro figli sono seguiti nel servizio di assistenza specialistica scolastica, nel Centro Diurno Socio-Educativo e Riabilitativo per disabili "La Locomotiva" di Binetto e "Solidarietà" di Corato. "Nessuna pretesa di esaustività" ma senz'altro un orientamento prezioso per "guardare anche con interventi di carattere psicologico al figlio normodotato presente in famiglia, che deve poter contare su uno spazio psicologico in cui poter esprimere il proprio punto di vista, evitando l'isolamento o il mutismo e sentendosi in diritto di essere, e non solo di esserci. Essere fratello innanzitutto - spiega Rossella Perrillo - e riconoscersi il diritto ad essere ascoltato oltre che ad ascoltare".
Perché indagare sulle emozioni? "Perché i ricercatori hanno constatato che, più del quoziente intellettivo, sono la consapevolezza emotiva e la capacità di padroneggiare i sentimenti a determinare il successo e la felicità in tutti i campi dell'esistenza, inclusi i rapporti familiari".
Attraverso un questionario, si è chiesto ai genitori di rispondere a domande sulla relazione fra i fratelli e sulle emozioni/percezioni che il figlio normodotato provava nei confronti del fratello disabile, e ai fratelli di esprimere le emozioni e i pensieri suscitate dal fratello con disabilità.
Le emozioni prevalenti. L'emozione prevalente individuata dalle famiglie è l'affetto (65,4%), seguita da protezione, responsabilità, tenerezza, amore. La tristezza e la preoccupazione permeano il tessuto familiare in relazione al figlio disabile rispettivamente nel 35% e nel 21% dei casi. Le emozioni secondarie e che probabilmente sono vissute come socialmente inaccettabili (indifferenza, vergogna, gelosia, insopportazione, fastidio, ostilità) presentano una frequenza molto bassa.
Alla luce di ciò è stato chiesto ai genitori di indicare l'emozione/i che ritenevano provasse il figlio normodotato nei confronti del fratello disabile e si è correlato il risultato con l' emozione riferita dal figlio stesso: la pena che un figlio normodotato può provare rispetto al fratello disabile viene riferita dal figlio stesso e dalla mamma, mentre il papà la individua solo nell'1% dei casi; il senso di colpa è riferito solo dal figlio e per niente citato dai genitori. "La colpa probabilmente deriva dalla percezione di aver avuto una sorte migliore del fratello disabile - spiegano le curatrici - e questi figli vivono in solitudine un sentimento di colpa che può generare malessere psicologico". Emerge poi la rabbia, individuata da entrambi i genitori come emozione espressa nel figlio in misura doppia rispetto a quanto riferito dal figlio normodotato. Vergogna e insopportazione vengono riferite solo dalla coppia genitoriale, mentre i fratelli escludono assolutamente questa emozione in relazione al fratello disabile. Preoccupazione e responsabilità vengono riferiti dal figlio con frequenza maggiore rispetto a quanto riferito dalla coppia genitoriale, "probabilmente - rilevano le esperte - come risultato di un'azione o di una tendenza ‘adultizzata' da parte del fratello". In generale emerge come la madre sia maggiormente in grado del padre di cogliere le emozioni e i sentimenti dei figlio normodotato.
Attenzioni e tempo dedicato. I genitori pensano di dedicare al figlio normodotato maggiori, minori o uguali attenzione/tempo rispetto al figlio affetto da disabilità? E che ne pensato i fratelli? Padri e figli riferiscono rispettivamente nel 62,5% e nel 73,2% dei casi che il tempo/attenzioni dedicate al fratello disabile sia maggiore. La mamma lo riferisce solo nel 25% dei casi. I figli ritengono di avere meno attenzioni del fratello nel 5,4% dei casi, laddove la percezione di dare al figlio normodotato meno attenzioni del figlio disabile si attesta per i papà al 26,8% dei casi e per le mamme al 32,1% dei casi. Le mamme, nel 42,9 % dei casi, ritengono che le attenzioni dedicate al figlio disabile e al figlio normodotato siano uguali, percentuale che diminuisce significativamente al 10,7% per i papà e al 21,4% per i figli. "È interessante notare - rileva Perrillo - come questi dati cambino quando si analizza la percezione del tempo dedicato ai figli all'interno dello stesso nucleo familiare. "Padre e figlio concordano nel 41,1 % dei casi sulla percezione che al fratello disabile venga dedicato più tempo/attenzioni, mentre madre e figlio concordano nel 12,5 % dei casi. Se dunque è vero - affermano le curatrici - che la consapevolezza della propria azione pedagogica ed educativa può promuovere un cambiamento in misura maggiore rispetto a quando tale consapevolezza non è raggiunta, si può affermare che nel 87,5% dei casi le mamme non intervengono per dedicare più tempo/attenzioni ai loro figli normodotati".
La vita senza il fratello disabile sarebbe stata diversa? Dalla ricerca condotta sulle 56 famiglie pugliesi emerge che, secondo i papà, la vita del figlio normodotato sarebbe stata migliore nel 66,1% (dato anche in linea con la quantità di tempo che i papà riferiscono attribuire in misura minore ai figli normodotati) dei casi, mentre la vita del figlio disabile non sarebbe stata migliore per il 64,3% dei casi. Secondo le mamme, la vita del figlio normodotato non sarebbe stata diversa (62,5%). Anche questo dato è in linea con la percezione delle mamme di riuscire a dedicare un tempo/attenzioni sufficientemente equilibrato a tutti e due i figli. A confermare questo dato, vi è il dato successivo per cui secondo le mamme la vita del figlio disabile sarebbe stata qualitativamente migliore in assenza del figlio normodotato solo nel 55,4% dei casi. Per la metà dei fratelli normodotati la loro vita senza il fratello disabile sarebbe stata peggiore, "mentre il restante 50 % del campione si attesta fra la percezione di una qualità di vita migliore e uguale".
Fratello disabile come risorsa. In sintesi, nonostante i fratelli normodotati percepiscano di avere meno attenzioni e meno tempo da parte dei genitori, riconoscono nei fratelli disabili una risorsa migliorativa alla propria esistenza e questo è confermato anche dalle emozioni positive che si riconoscono di provare quando pensano al fratello disabile.
"Dopo di noi"? In ultimo, la ricerca della Cooperativa Solidarietà ha sondato le possibilità che il figlio normodotato possa occuparsi di quello disabile in futuro. Nel 73,2% dei casi i figli dichiarano la propria disponibilità ad occuparsi del fratello disabile in futuro, quando i genitori saranno impossibilitati a farlo. Il campione dei papà è esattamente tagliato a metà rispetto a questa previsione, mentre le mamme, in maniera coerente con il dato sulla percezione della qualità di vita del figlio normodotato (nel 62,5% dei casi riferiscono che la qualità di vita del figlio normodotato non sarebbe stata migliore senza il fratello disabile) riferiscono nel 62,5% dei casi che il figlio normodotato si occuperà del fratello disabile.
"I risultati di questa ricerca, pur non avendo alcun intento esaustivo e di rappresentatività, possono tuttavia fornire agli operatori del settore e alle famiglie la possibilità di muovere riflessioni, in un'ottica migliorativa e propositiva" spiegano Antonella Robortaccio e Rossella Perillo. "Alla luce di quanto emerso, è necessario aumentare la quantità e la qualità della comunicazione all'interno del contesto familiare, in riferimento alla problematica della disabilità che suscita emozioni variegate e non sempre espresse o esprimibili". Per le ricercatrici "è utile guardare anche con interventi di carattere psicologico al figlio normodotato presente in famiglia, che deve poter contare su uno spazio psicologico in cui poter esprimere il proprio punto di vista, evitando l'isolamento o il mutismo e sentendosi in diritto di essere, e non solo di esserci. Essere fratello innanzitutto, e riconoscersi il diritto ad essere ascoltato oltre che ad ascoltare". (ep)
(26 ottobre 2015)

mercoledì 22 luglio 2015

Graduatoria Volontari


Denominazione Ente / Ragione Sociale: Solidarietà Società Cooperativa Sociale 
Codice Ente: NZ02510 
Classe: III
Sede Legale: nel Comune di Binetto Str. Prov. per Sannicandro 70020 Bari
 

Elenco Progetti Inviati:  
N. Progetti presentati – 1 
Titolo Del Progetto – COOPerare
N. Volontari - 2
 



Cognome Nome Idoneo Selezionato Punteggio
Lagatta Sara SI SI 66
Asquino Beatrice SI SI 63
Todisco Carmen NO NO 16
Simonetti Arcangela NO NO 13,75
Nigro Roberta NO NO 11,75



 

martedì 24 marzo 2015

SERVIZIO CIVILE - REGIONE BASILICATA




INDICAZIONI SELEZIONE

La  domanda  di  partecipazione  in  formato  cartaceo,  indirizzata  direttamente  all’ente  che
realizza il progetto prescelto, deve pervenire allo  stesso entro e non oltre le  ore 14.00 del 16
aprile  2015.  Le  domande  pervenute  oltre  il  termine  stabilito  non  saranno  prese  in
considerazione.

La domanda, firmata dal richiedente, deve essere:
-  redatta  secondo  il  modello  riportato  nell’Allegato  2  al  presente  bando,  attenendosi
scrupolosamente  alle  istruzioni  riportate  in  calce  al  modello  stesso  e  avendo  cura  di
indicare la sede per la quale si intende concorrere;
-  accompagnata da fotocopia di valido documento di identità personale;
-  corredata dalla scheda di cui all’Allegato 3, contenente i dati relativi ai titoli.
Le domande possono essere presentate esclusivamente secondo le seguenti modalità:
1)  con  Posta Elettronica Certificata  (PEC) indirizzando alla casella solidarieta@pec.it -  art. 16-bis, comma 5 della legge 28 gennaio
2009, n. 2  -  di cui è titolare l’interessato avendo cura di allegare tutta la documentazione
richiesta in formato pdf;
2)  a mezzo “raccomandata A/R” all'indirizzo (Comune di Binetto Str. Prov. per Sannicandro 70020 Bari)
;
3)  consegnate a mano.
È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio
civile nazionale, da scegliere tra i progetti inseriti nel presente bando e tra quelli inseriti nei
bandi regionali e delle Province autonome contestualmente pubblicati. La presentazione di più
domande comporta l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti inseriti nei bandi innanzi
citati,  indipendentemente  dalla  circostanza  che  non  si  partecipi  alle  selezioni.  La  mancata
indicazione della sede per la quale si intende concorrere non è motivo di esclusione.  È  cura
dell’ente provvedere a far integrare la domanda con l’indicazione della sede, ove necessario.

 

CARATTERISTICHE PROGETTO

    Titolo del progetto:
COOPerare
    Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Assistenza / Immigrati, Profughi 04
    Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
Uno dei problemi sociali più emergenti e che negli ultimi decenni ha caratterizzato la società italiana è il fenomeno dell'immigrazione.
I problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza degli immigrati. Permanenza che, in molti casi, inizia con un entrata nel paese ospitante più o meno clandestina e che poi, nel corso del tempo tende a divenire stabile e regolare in presenza di politiche sociali e di immigrazione inclusive, attuate a mezzo di sanatorie o regolarizzazioni.

La Cooperativa Solidarietà gestisce sul Territorio di Melfi un Centro di Pronta Accoglienza Comunità Alloggio - Autorizzazione Comune di Melfi - Det. Resp. Area Servizi alla Cittadinanza n.975 del 2 Luglio 2013 e contestualmente un Help Center .

Centro di Pronta Accoglienza

Finalità
Il Centro di Pronto Accoglienza è una Struttura a carattere residenziale e semiresidenziale con funzioni socio-assistenziali proprie del Centro di Pronto Intervento che accoglie soggetti senza fissa dimora ed in precarie condizioni socio-economiche.

Obiettivi Perseguiti
-evitare condizioni di stazionamento in aree ferroviarie con conseguente degrado
dell'ambiente circostante;
-fornire un supporto logistico e una risposta ai bisogni primari.

Organizzazione del Servizio
Il Centro è aperto per 365 giorni l’anno; l'accesso ai servizi residenziali è garantito
dalle ore 19 alle 21 e la permanenza nelle camere del piano superiore è consentita fino alle ore 8,30 del mattino seguente.
Per i servizi di tipo semiresidenziale, la struttura è aperta dalle ore 8,30 alle ore 14,30. La vita del Centro è programmata sullo stile familiare (comunitario) ed è disciplinata dal Regolamento della struttura.

Il Personale
La struttura rispetta gli standard di personale previsti dalle norme regionali
Le figure previste sono :
  • Responsabile della Struttura
  • Assistente Sociale
  • n.1 Educatore
  • n. 1 operatore
  • Figure aggiuntive
  • Volontari e stagisti

Servizi Offerti
  • Accoglienza ed Ospitalità diurna e/o Notturna
  • Cura igienica della persona
  • Lavaggio degli indumenti
  • Preparazione e fruizione di pasti
  • Distribuzione alimenti
  • Distribuzione vestiario
  • Collaborazione con Ambulatori
  • Progetti personali di inclusione sociale

Tra i servizi offerti è presente un Help Center. Uno sportello di orientamento ed assistenza sociale, che intercetta e indirizza le persone in stato di marginalità presenti sul territorio della Stazione con particolari difficioltà personali, relazionali o sociali.
Il Servizio si pone nel territorio con una funzione di antenna sociale che rileva i bisogni, li registra e interagisce con le altre strutture ed istituzioni, una piattaforma in rete con altri soggetti , in grado di fornire informazioni e statistiche relative all'area sociale.
L'Help Center si colloca all'interno della RETE ONDS (Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni Italiane). E' un progetto del Settore Politiche Sociali di Ferrovie dello Stato realizzato in partenariato con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e la Cooperativa Sociale Europe Consulting.

A seguito della convenzione stipulata con l'Ufficio Territoriale del Governo di Potenza per la prima accoglienza di ospiti profughi / immigrati, la Coop. Solidarietà ha iniziato un percorso di accoglienza e sostegno nei confronti di questa categoria di utenza attivando e strutturando percorsi mirati alle esigenze degli ospiti.

Sono stati inoltre sviluppate e programmate attività specifiche per l'accoglienza della nuova utenza.

Ogni mattina alle ore 8,00 la struttura viene aperta completamente, in ogni suo ambiente da un assistente, i ragazzi scendono dalla zona notte e rispettando la turnazione, iniziano ad apparecchiare per la prima colazione e collaborano con l'assistente in cucina per la preparazione dei pasti. Dopo aver sistemato la cucina, iniziano a suddividersi i compiti giornalmente assegnati per la pulizia delle loro camere, dei bagni, dei locali di uso comune, e del cortile esterno.

Ognuno di loro porta in lavanderia la biancheria da lavare, quella intima personale , ognuno la lava per se, mentre quella da lavare in lavatrice se ne occupa l'assistente.

Nel rispetto del menu settimanale a turno i ragazzi collaborano in cucina per la realizzazione del pranzo e della cena e si occupano anche di apparecchiare la tavola e di sistemare tutto dopo i pasti.

Una volta a settimana realizzano un piatto caratteristico del loro paese, ma facilmente si sono adeguati alla cucina italiana gratificando sempre il lavoro svolto per la realizzazione dei piatti.

Collaborano anche nella realizzazione dei dolci o delle pizze e quando manca qualche alimento accompagnano volentieri l'assistente al Supermercato scegliendo anche le spezie e salse di loro gusto (peperoncino,pepe, ketchup, maionese).
Dopo il pranzo e/o dopo la cena telefonano ai propri cari raccontando dei loro vissuti e chiedendo notizie degli altri familiari.

Dopo cena non escono quasi mai ovvero si intrattengono nel cortile della struttura o guardano la televisione.

Nelle ore libere si intrattengono volentieri nel cortile a giocare a pallone, escono a fare una passeggiata senza allontanarsi molto, oppure lavorano alla realizzazione manuale di braccialetti e collanine di perline e coralli, attività da loro preferita e consueta anche quando erano nel loro paese.
Gli operatori della sede di Binetto, della Coop. Solidarietà hanno realizzato all'interno del sito ufficiale una bacheca , dove vengono presentati i gioielli realizzati dai ragazzi.
I ragazzi hanno iniziato un primo corso di alfabetizzazione, presso il Centro di accoglienza. Padre Teclè (frate vincenziano di etnia eritrea) , un giorno alla settimana viene a trovarli e con lui hanno iniziato a conoscere le prime parole italiane. Successivamente, un altro modulo di alfabetizzazione è stato offerto dalle socie dell'Università Popolare di Melfi.
I ragazzi raggiungono la sede dell'Università Popolare e seguono il corso di alfabetizzazione.
Un ragazzo laureando in Giurisprudenza, è presente piu volte in struttura, comunica con loro in inglese e ha stabilito un ottimo rapporto di fiducia.
Nelle prime settimane , tre donne volontarie hanno collaborato per la preparazione dei pasti, pranzo e cena.

Il Vescovo Gianfranco Todisco incontra i ragazzi, viene spesso a trovarli per parlare con loro in lingua inglese e per accompagnarli a fare una passeggiata .

Altri progetti ed altre attività ricreative e culturali sono in corso di programmazione al fine di intessere l'integrazione completa e la socializzazione di ARUNA, MUSSA, BAKARY, MOHAMED, BUBAKAR, SAMBA.
2. GLI OPERATORI:
Fanno parte dell'equipe : una operatrice che si occupa della cucina, la pulizia dei locali, la spesa, il bucato generale.
Una coordinatrice, un mediatore culturale, una assistente sociale e una psicologia che si occupano dei bisogni sociali, sanitari, della regolare permanenza, dell' integrazione e dei rapporti con la comunità, associazioni, volontari.
Grande rilievo hanno i volontari che collaborano in vari ambiti: un ragazzo laureando in Giurisprudenza, in qualità di mediatore linguistico per la lingua inglese parlata dai ragazzi del Gambia.
Tre donne volontarie hanno collaborato molto nelle prime settimane per la realizzazione dei pasti di pranzo e cena, fornendo spesso anche la materia prima nei primi giorni.
Padre Teclè e un suo collaboratore che si impegnano a pianificare metodi e strumenti interessanti per le lezioni di lingua, cultura italiana ed educazione alla legalità.
    1. ATTIVITA' SVOLTE
Nel mese di Marzo sono stati completati tutti i controlli sanitari necessari per una permanenza ed integrazione completa e serena dei ragazzi del Gambia e a tutela della comunità di accoglienza.
I ragazzi erano originariamente sottopeso per gli stenti e le carenze alimentari e, come da protocollo, si è effettuata la sorveglianza sindromica a cura del medico di base e degli operatori del centro, per rilevare eventuali segni o sintomi riconducibili a malattie infettive e/o diffusive di particolare rilievo che ne potessero controindicare la permanenza.
Il loro arrivo presso la struttura risale alla tarda serata del giorno 18 Febbraio ed il 20 Febbraio è stato assegnato loro il codice STP per fronteggiare eventuali emergenze sanitarie in attesa della copertura sanitaria completa e la scelta medica.
Il 25 Febbraio, a seguito dell' appuntamento fissato dall'ispettore, i ragazzi sono stati accompagnati in Questura a Potenza per il colloquio preliminare ed il ritiro del permesso di soggiorno con validità fino al 25 Maggio, in attesa del colloquio con la commissione territoriale di Crotone .
Il 27 Febbraio è stato richiesto il Codice Fiscale grazie al quale si è proceduto nella regolarizzazione con la richiesta di residenza .
Il 28 febbraio si è conclusa la procedura per ottenere la regolarizzazione dell'assistenza sanitaria e la scelta del medico di base, e immediatamente si è proceduto alle richieste dei controlli sanitari urgenti e necessari.
Il 10 marzo i ragazzi sono stati accompagnati presso il laboratorio analisi del presidio ospedaliero di Venosa per essere sottoposti al test di Mantoux, al prelievo per le analisi generali di routine e le analisi delle urine.
Il 14 marzo i ragazzi sono stati riaccompagnati presso il laboratorio di analisi di Venosa, per la lettura del test di Mantoux e il ritiro dei risultati delle analisi.
Due di loro sono stati sottoposti ad ulteriori accertamenti, a seguito dei risultati del test di Mantoux.
Si attendono i risultati di ulteriori accertamenti.

4. CONCLUSIONI
I ragazzi dopo un mese e mezzo circa dal loro arrivo hanno recuperato un aspetto fisico sano, grazie ad una alimentazione completa ed il riposo, dimostrano molta serenità e voglia di integrarsi, sono caratterialmente tranquilli ed hanno le energie anche per sognare in questa opportunità che la vita sta offrendo loro.
Hanno i loro momenti di malinconia, ripensando alla famiglia lontana, ma sperano anche di poter contribuire in qualche maniera in futuro, al loro benessere.
Dopo aver girovagato per mesi nei vari paesi del centro-Africa in cerca di sopravvivenza e di un futuro …...non smettono di ripetere .. le prime parole che hanno imparato subito: ..buono... bello.. tutto OK...grazie!

    Obiettivi del progetto:

Il fenomeno dell’immigrazione, nella sua complessità, interroga le coscienze e chiede alle società di impegnarsi con maggiore convinzione ed efficacia per quel processo di integrazione utile al raggiungimento di un equilibrio sociale e di un relazione significativa tra tutte le persone presenti sul territorio.
La dimensione “uomo” del soggetto immigrato è spesso trascurata anche da coloro che vedono nell’immigrazione una risorsa, ponendosi spesso come difensori degli immigrati.
Bisogna favorire processi di integrazione sociale delle giovani generazioni, nella considerazione che le seconde e le terze generazioni rappresentano categorie portatrici di particolari bisogni cui rivolgere una attenzione specifica. Le seconde generazioni esprimono infatti identità multiple, che non si identificano più con i luoghi del passato migratorio dei propri genitori, ma nemmeno con la nuova società di accoglienza.
Le persone immigrate quando entrano in nuovo Paese per costruirsi una nuova vita, lo
fanno per stabilirvisi a lungo, o in alcuni casi per sempre. Hanno necessità di un
inserimento senza conflitti con la società che li ospita, costruendo una graduale
reciprocità di diritti e doveri.
Il soggetto immigrato deve rispettare le leggi del Paese che lo ospita. Non esistono zone o parti di territorio dove queste leggi (con particolare riguardo ai diritti fondamentali delle persone: diritti delle donne, dei bambini) non sono rispettate.
Rispettando tali leggi, l’immigrato potrà esigere il rispetto dei diritti umani e di libertà (personale, di inviolabilità del domicilio, di espressione, di religione, di tutela giudiziaria, di istruzione per i minori) che la Costituzione riconosce a chiunque soggiorni nel territorio italiano; nonché il rispetto dei diritti connessi alla propria prestazione lavorativa e dei diritti di prestazione economica connessi alle tasse versate.
A questo primo livello di integrazione – la capacità di rispettare regole comuni – ne dovrà seguire uno ulteriore: la cittadinanza.
Il soggetto straniero si trasforma, non è più un immigrato ma cittadino a pieno titolo, dunque, dopo aver appreso la lingua di un Paese, dopo avervi vissuto un numero di anni sufficiente a comprenderne la mentalità e la cultura, e a condizione di condividere i valori fondamentali espressi dalla Carta costituzionale del Paese. Dopo che si è raggiunto, insomma, un pieno livello di integrazione.

L’obiettivo del progetto è quello di agevolare i percorsi di integrazione degli immigrati nel territorio , potenziando i servizi offerti, finalizzati all’inserimento sociale,
scolastico e lavorativo. Inoltre si intende rafforzare la promozione culturale, finalizzata all’integrazione ed alla conoscenza reciproca, creando momenti di socializzazione e organizzando attività ricreative per favorire l’incontro e lo scambio di conoscenze tra realtà diverse, ad esempio laboratori interculturali, feste, presentazione di libri sulle tematiche relative all’immigrazione e incontri con la cittadinanza.







Questo lavoro in rete sul territorio produce un' azione di cambiamento condivisa, ponderata, valutata da più punti di vista, integrata da idee eda esperienze inizialmente diverse ma rese condivisibili da tutti. La rete di servizi si rende così disponibile per:

  • rispondere ai bisogni relativi alla quotidianità della popolazione straniera;
  • ridurre le fasce del disagio e promuovere inclusività;
  • creare piccole competenze operative;
  • saper ascoltare, valutare e interpretare i bisogni,
  • promuovere opportunità organizzate e progetti;
  • saper leggere le informazioni provenienti dall’ ambiente.

I giovani volontari impegnati nel progetto di servizio civile saranno inseriti in una squadra di operatori addetti alla relazione di front office e alla organizzazione delle schede di accoglienza e di sostegno alla persona immigrata. I volontari inoltre si occuperanno, accompagnati da un gruppo di operatori esperti nell’animazione territoriale, di promuovere percorsi di animazione e sensibilizzazione del territorio.
L’idea è quella di cercare, anche e soprattutto grazie all’opera dei volontari, di
strutturare un servizio, nelle sedi di attuazione del progetto, che, oltre a garantire assistenza (linguistica, psicologica, ricreativa, ecc.), peraltro estremamente necessaria, si adoperi altresì a garantire il reale inserimento di soggetti stranieri nel nostro tessuto socio – economico – culturale, e inoltre attivi laboratori linguistici e di cittadinanza attraverso i quali i volontari del servizio civile insieme agli operatori dell’associazione possano accompagnare i soggetti stranieri verso una consapevolezza nuova del proprio essere inseriti nel territorio.

Il valore aggiunto del Servizio Civile in questo progetto.
Gli obiettivi della crescita personale e della valorizzazione non professionale Un’attenzione dalla quale il progetto proposto alla presente non può prescindere è legata alla “crescita personale del giovane” in servizio e la sua “valorizzazione intesa in termini non professionali”. Obiettivo dichiarato del presente progetto è quello di favorire l’integrazione dei giovani autoctoni con i “nuovi italiani”, immigrati di prima, seconda e terza generazione, attraverso la conoscenza, la frequentazione, il rispetto, l’apertura a nuove culture, storie ed esperienze che ogni immigrato porta con sé. Stimolare in essi il bisogno di una relazione nuova, significativa nell’incontro con l’altro determinante per quei processi di crescita e di sviluppo locale che il servizio civile porta con sé e difende.
Altro obiettivo del progetto è quello di riuscire a fornire ai giovani volontari, al termine del loro periodo di servizio, conoscenze, esperienze e strumenti per non temere la diversità, bensì divenire Il principio etico, il fondamento morale sul quale l’intervento proposto intende strutturarsi è proprio quello di valorizzare l’altro la sua “Alterità”, un altro uguale a noi ma differente da noi, un altro che diviene latore di ricchezze e di potenzialità, espressione vera dell’incontro.


      Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto

I volontari del servizio civile avranno un ruolo prioritario nella realizzazione delle attività progettuali, spendendosi come protagonisti aiutati e supportati da operatori, soci ed altri volontari nelle attività di seguito enucleate, che riprendono anche se in forma diversa e/o sintetica, ma certamente uguale per finalità ed intenti progettuali:

-Accoglienza ed erogazione di informazioni agli utenti;
-Promozione di iniziative di carattere seminariale su singole tematiche e predisposizione di brevi dossier di documentazione sugli argomenti di volta in volta individuati;
-Individuazione, all’interno dell’associazione o in ambienti culturalmente vicini, di altre persone, in particolare giovani neolaureati e diplomati, al fine di formare uno o più gruppi territoriali in grado di moltiplicare le iniziative, diffondere informazioni utili al godimento di diritti civici primari e di cittadinanza attiva;
-Attivazione di laboratori e momenti interattivi per soggetti stranieri ed autoctoni.
-Attività di progettazione;
- Collaborazione per l’organizzazione di eventi;
-Promozione di reti di partenariato con altre associazioni di promozione sociale, agenzie formative ed educative (Scuole, Enti di Formazione, ecc.);
-Attivazione eventi ed attività di cittadinanza per soggetti stranieri.Specifiche attività legate all’obiettivo della crescita personale del giovane

I volontari saranno coinvolti in attività di integrazione e socializzazione che consentano ai soggetti in gioco di costruire una relazione sempre più forte e funzionale al raggiungimento degli obiettivi progettuali. Il valore del servizio deve andare al di là delle ore da svolgersi nell’arco della settimana, per potersi realizzare pienamente in una libera scelta di presenza e sostegno. Inoltre, il valore cristiano che l’ente proponente mette al centro della sua dimensione associativa, sarà un punto fermo nel coinvolgimento dei giovani in servizio al fine di curare una formazione civica, umana e spirituale che possa divenire indelebile segno di crescita personale nell’esperienza del servizio civile nazionale.

Il progetto che si intende proporre avrà anche l’obiettivo di promuovere la partecipazione di giovani con minori opportunità, nello specifico con bassa scolarizzazione e provenienti da vissuti e situazioni di disagio. Per poter promuovere questa partecipazione l’ente ha pensato di predisporre tra i parametri di valutazione anche il livello di scolarizzazione come requisito di accesso al progetto in fase di selezione.

Fra le attività in programma si riportano:
-momenti socializzanti (ove i volontari condotti da un esperto in dinamiche di gruppo possano conoscersi e farsi conoscere al fine di creare un gruppo coeso e convinto delle proprie potenzialità e capacità);
-tavoli di confronto (ove i volontari coordinati da un pedagogista/psicologo possano interagire e relazionarsi partendo dalle loro esperienze personali riviste nel nuovo contesto di appartenenza, attraverso dinamiche comunicative efficaci);
-spazi di incontro tra giovani volontari dell’associazione e i volontari del servizio civile (ove i giovani potranno confrontarsi sulla esclusività dell’esperienza del servizio civile come momento di impegno civico e sociale rappresentando un utile strumento di feedback per l’attività presente dell’ente e che possa rappresentare un input per la pianificazione dell’attività futura)
-partecipazione agli altri momenti come descritti al paragrafo precedente.
Al fine di promuovere nei volontari un forte senso di appartenenza al sistema di riferimento, gli stessi saranno coinvolti a pieno titolo nell’equipe degli operatori della Cooperativa. Questo coinvolgimento attivo e pieno determinerà nei volontari un forte senso di appartenenza in una logica di corresponsabilità che si realizza anche in processi di codecisione e di collaborazione efficace.



lunedì 16 febbraio 2015

RICERCA EDUCATORI

La Cooperativa cerca educatori professionali con titoli specifici sull'autismo della Provincia di BARI, chi ha i requisiti idonei può inviare la propria candidatura con curriculum vitae e relativi attestati sulla formazione riguardante la sfera dell'autismo al seguente indirizzo mail: info@solidarietacoop.it

La presentazione del Curriculum Vitae presso la nostra Cooperativa può avvenire unicamente attraverso l’invio di una mail all’indirizzo info@solidarietacoop.it  e nel rispetto delle disposizioni seguenti:

  • Tale Mail deve contenere in oggetto la parola CURRICULUM seguita dal proprio cognome e nome Esempio: CURRICULUM ROSSI MARIO
  • Il curriculum deve essere allegato alla mail e redatto con programma applicativo Word o affini.
  • Il Curriculum deve rispettare il Formato Europeo.
  • A tale curriculum deve essere allegata la scansione digitale di un proprio documento di identità ed in corso di validità.
  • Nella compilazione del Curriculum devono essere espresse chiaramente (come da indicazione prevista): Nome e indirizzo del datore di lavoro – specificandone i dettagli (Comune di Roma, Scuola Dante Alighieri di Roma, ecc…); Periodo di Lavoro (da – a); Tipo di impiego (educatore, operatore OSS, psicologo, ecc…)
  • Occorre Riportare in Coda al proprio Curriculum Vitae la seguente dicitura seguita da Data e Firma: Il sottoscritto __________________ nato a ______________________ il _____________, consapevole che le dichiarazioni mendaci, la falsità in atti e l’uso di atti falsi nei casi previsti dal D.P.R. n. 445/2000 sono puniti ai sensi del Codice Penale e delle leggi speciali in materia ai sensi e per gli effetti dell’art. 76 dello stesso D.P.R. dichiara che quanto sopra corrisponde a verità. Autorizza al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs 196/2003 dichiara, altresì, di essere informato che i dati raccolti saranno trattati anche con strumenti informatici.
ATTENZIONE: I Curricula non rispettanti le indicazioni fornite saranno cestinati senza darne avviso al mittente.